C’è aria di tempesta…

fulminiA volte basta un niente per far si che una situazione positiva diventi una tragedia…

Torni a casa, tua moglie ti si para davanti… ti saluta, tace… aspetta… elabora… ti chiede

com’è andato il lavoro?

ascolta la tua risposta con lo stesso interesse che mostrerebbe alla conferenza per la presentazione di un super trapano con torcia, navigatore gps e macchina del caffè integrata… aspetta… il tempo passa… la tua fine si avvicina.

Sei entrato in casa, hai appeso la tua giacca e ti sei tolto chiavi telefono e portafoglio dalle tasche, incontri tua moglie che ti aspettava, ti saluta con affetto ma si comporta in modo strano… non parla molto, sembra che nasconda qualcosa, ti si para davanti ma non capisci cosa stia tramando…

ti chiede “com’è andato il lavoro?“,  ”tutto ok tesoro…

le rispondi e ti convinci che non sta succedendo niente e che il suo comportamento rientra nella casistica dei 1000 “non capirò mai le donne”… “come stanno i bambini?”, “…stanno bene !…”. la sua voce è cambiata, dentro di voi sentite che è successo qualcosa, una grande nuvola temporalesca nasconde il sole e tutto attorno a voi diventa ombra e la temperatura diventa improvvisamente più fredda, è il 15 Agosto ma un brivido ti percorre la schiena… la paura comincia a impossessarsi di te… “tutto bene?” domandi timidamente, “che hai fatto oggi?” silenzio… un fulmine squarcia il cielo cupo… “dove sei stata?”.

Se solo tu avessi saputo… un’indizio, una soffiata, non ti saresti mai infilato in quella spirale di eventi che ti hanno portato giù, come una barchetta inerme viene inghiottita dai flutti in tempesta diretto verso un tragico epilogo…

Davvero vuoi sapere dove sono stata?“… chiunque a questo punto sa che sta per scoppiare l’inferno, vorresti scappare ma sai che ormai è tardi…

La sua giugolare, comincia a muoversi ritmicamente, è il suo cuore che aumenta il suo ritmo per prepararsi alla battaglia, gli occhi si stringono, la sua bocca si contrae tanto da sentire il sinistro suono dei suoi denti che si stringono… in quella frazione che passa dal Lancio della sua domanda alla vostra risposta, mentre lei prende fiato e come un drago si prepara a sputarvi addosso il suo fuoco.

Ti guardi attorno, cerchi una via di fuga… la porta dietro di te è chiusa a chiave, da quando il bambino l’avete trovato da solo che sale le scale avete deciso che era più prudente chiudere a chiave.

…vuoi sapere dove sono stata?…

ripete lei e vi pare di scorgere del fumo uscirle dalle narici.

Fai cenno di dirigerti verso il Salotto, ma lei, che ti conosce bene, ha già previsto questa mossa e furbamente si è messa in modo da ostruirti il passo…. Pensa.. pensa… La finestra… la scarti subito, abiti al sesto piano e le ali non ti sono ancora spuntate, allora provi il tutto per tutto,

…BAMBINI… È ARRIVATO PAPÀ…

Lei ti guarda… i suoi occhi sono ormai braci infuocate… e giureresti che la sua pelle sta cambiando colore, da quel bellissimo colorito abbronzato che aveva, adesso sta assumendo una leggera sfumatura di verde…

I bambini non ci sono, la nonna li ha portati al mare a giocare…

Il sangue ti si ghiaccia nelle vene, sei solo, ti rendi conto che ormai non hai più scampo, non hai una via di fuga, devi affrontare il tuo destino… ma cosa succede?… perchè tua moglie si comporta così? allora decidi di passare al piano “B”, non avresti mai voluto farlo ma la situazione si sta facendo pericolosa, è a rischio la sopravvivenza della specie (la tua) e devi farlo…

“…come sei carina oggi, hai fatto qualcosa?…”

Quello che segue non te lo aspetti neanche tu… come in un film dell’orrore, lei comincia a camminare sulle pareti come un geco pronta a balzarti addosso e sbranarti… la sua voce ormai non la riconosci più… è graffiante e paurosa… un balzo… il buio.

Ti risvegli in un letto d’ospedale, guardi fuori dalla finestra, il sole splende nel cielo ed una leggera brezza scuote le tendine e ti sfiora il volto, pensi sia stato tutto un brutto sogno, ti guardi attorno, la tua dolce metà ti siede accanto e poeticamente ricama un fazzoletto con le Vostre iniziali inscritte in un cuoricino rosso, una strana sensazione di immobilità ti distoglie da quel quadruccio di pura poesia e ti costringe a guardarti addosso, la tua gamba destra ed il tuo braccio sinistro sono ingessati, un monitor controlla il battito del tuo cuore e un gran dolore si fa largo da sotto quelle bende che ti fasciano la testa… lei ti guarda, ti sorride…

torni indietro con la memoria, come sono finito qui? i tuoi ricordi sono confusi, ombre lontane, rumore di vetri infranti, urla agghiaccianti (le tue) finchè una voce non si fa largo nella nebbia dei tuoi pensieri e capisci…

“…VUOI SAPERE DOVE SONO STATA ?…”

…Sono stata dal parrucchiere e tu non te ne sei neanche accorto…

 

 

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