Giochiamo insieme papà?

lotta

Se c’è una cosa che amo più di ogni altra cosa, è giocare con mio figlio. È un bambino molto dolce e indipendente, può stare anche ore per conto suo nel suo mondo da bambino a scrutare ( ho detto leccare? ) e studiare con attenzione qualsiasi oggetto di uso comune della mia casa.

Ma c’è un momento, decide lui quando, che questi oggetti non lo interessano più, ci vuole qualcosa di meglio, qualcosa di più “forte” (come direbbe un fumatore assuefatto)…

…Qui ci vuole il mio papino…

Non te ne accorgi subito, è circospetto, tu stai li al computer, non lo senti arrivare, ma senti che sta per succedere qualcosa… annusi l’aria, ti guardi attorno ma non vedi nulla, in casa è sceso il silenzio, allora, da adulto serio e responsabile, ti dici “che sciocchezze, è solo suggestione”, un sorriso un po tirato appare sul tuo viso e riabbassi gli occhi su ciò che stavi facendo, prima che quel brivido ti percorresse la schiena.

…Grave errore…

Il tuo piccolo tesoro, 18 mesi, 13 kg per 90cm di Altezza, ha visto tutto, “TI” ha visto, ha fiutato la tua paura ed ora è li, pronto a colpire, si mimetizza con la carta da parati, come nemmeno RAMBO sarebbe in grado da fare, aspettando il momento giusto per colpire… e quando arriva quel momento, niente e nessuno ti può salvare, si lancia su di te come un Kamikaze Giapponese e in meno di un secondo devi:

1) Essere pronto a prenderlo al volo per evitare che il suo lancio finisca contro qualche spigolo o qualche oggetto pericoloso o che può diventare tale.

2) Assicurarti che lungo la traiettoria di volo ci siate voi e non il cane, la finestra, la tromba delle scale.

3) Controllare che nelle mani non stringa nulla che a quella velocità possa diventare pericolosa cadendoci sopra o colpendoci.

4) Essere certi che i tuoi organi interni siano ben difesi e che sopravviverai all’assalto.

Ma purtroppo non sempre si riesce ad essere così pronti e si finisce che:

A) Il bambino manca clamorosamente il bersaglio e siamo costretti ad andarlo a raccogliere per terra mentre urla e scalcia per la delusione e per aver scoperto che il mobile sul quale e’ atterrato e’ più duro di quanto pensava.

B) Il bambino centra PERFETTAMENTE il bersaglio… per un attimo ti pare di scorgere una luce in fondo ad un tunnel, una strana sensazione di calore si propaga dal basso verso l’alto, e la tua voce comincia a cambiare, non è più bassa e calda come quella di Barry White, adesso è più simile alle vocine dei topolini di Cenerentola, ma tanto non ha importanza, non riesci comunque a dire nulla, uno strano sibilo esce dalle tur labbra e ti accartocci su te stesso con gli occhi sgranati, fissi nei suoi, I tuoi occhi lanciano un grido silenzioso ed inequivocabile… “PERCHÈ?” mentre quelli del vostro carnefice, vi guardano sorridenti e sembrano dire “Ti voglio bene papino, giochiamo?”.

E allora raccogli quello che è rimasto di te, dici addio laconicamente alla tua ormai persa virilità e ti lanci con lui in giochi di lotta, morsi e versi che hanno il pregio di riempire la casa delle sue risa, delle risate piene, forti, che ti riempiono il cuore come nulla è stato mai in grado di fare e ti butti alle spalle ogni cosa, il mondo non esiste più, ci sono solo due occhi vispi che ti guardano, pieni di un amore che farebbe venire gli occhi lucidi pure ad Hannibal Lecter, ti guardano e ti sfidano, ti dicono “Prendimi” e tu non puoi fare altro che metterti a carponi e rincorrerlo per casa facendo versi e suoni, ma quanto sei felice…


 

 

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