Colazione

colazione

…”Ogni mattina, tuo figlio si sveglia, sa che deve riuscire a svegliarti se vuol essere nutrito. Ogni mattina, sai bene, che devi nutrire tuo figlio se vuoi sperare di tornare a dormire. Quando il sole sorge, non importa se sei un bambino o un genitore:

L’importante è che il biberon sia pronto…”

Come tutte le mattine, “la sveglia” si alza e dal suo piccolo lettino ti chiama a rapporto… Questa mattina erano le 9:00 quando ha chiamato , così, raccolte le forze, dopo una lotta impari con il mio lenzuolo (ha tentato in ogni modo lecito e illecito di soggiogarmi trattenendomi), prendo la mia adorabile sveglietta in braccio e ce ne andiamo alla volta della cucina.

Il copione è sempre lo stesso, dal silenzio di una camera da letto ove l’unico rumore è il respiro dei suoi abitanti sopiti, si alza un suono, un lamento, sono i tamburi da guerra che chiamano a rapporto  i  soldati.

È un suono costante, ritmico, come un pomeriggio d’estate quando suona un’antifurto… all’inizio è lontano, leggero, si insinua tra le pieghe del tuo torpore, fatichi a capire se è realtà o il frutto della tua fantasia, leggermente aumenta di intensità, la voce è un po’ più alta ma il suo ritmo rimane immutato, costante… a poco a poco realizzi che non stai sognando e che quel suono esiste davvero, ma hai ancora sonno…

pensi: “se mi rannicchio ancora un po’ posso riuscire ad ignorarlo”, ti tiri allora la coperta e te la stringi sulle spalle, ma quel suono non smette, continua…

“magari smette da solo e si riaddormenta…”. Hai mai visto un guerriero mahori che finita la sua danza si addormenta? così tuo figlio, continua la sua ritmica cavalcata verso la meta, essere preso in braccio e nutrito.

Lasciate ogni speranza che il piccolino desista, è una macchina da guerra programmata per colpire e distruggere.

Ti arrendi. I nemici adesso sono due, da sotto le coperte senti un suono che ti fa capire che per te ormai è finita, sei stato sconfitto. È la mano di tua moglie che ti sta cercando per  svegliarti e farti portare via il bambino mentre lei rimane ancora a letto per altri 5 minuti. Deponi dunque le tue armi (Cuscino, coperta e lenzuolo) ai piedi del tuo “nemico” in segno di sconfitta e affronti il tuo destino.

Il tuo nemico però rispetta la tua resa e ti concede “l’onore delle armi” e una volta preso in braccio si stringe a te abbracciandoti e posando la sua testa sulla tua spalla.

Inutile dire altro, ormai sei suo, sei stato annesso al suo impero e inneggi a lui come tuo re…

…lunga vita a re Gnappo I…

Lo accomodi allora sul suo trono in cucina, ti assicuri che le sue cinghie siano chiuse e cominci a preparare la colazione, sei ancora stanco per la battaglia e i tuoi sensi faticano ancora a mettersi in moto, prendi il latte, i biscotti, lo zucchero e il caffè.

Ti sforzi allora di mettere in fila quei due neuroni che ti sono rimasti ma è troppo tardi, ti scopri a mettere il caffè nel biberon mentre il biscotto fa bella vista di se comodamente adagiato su di una montagnola bianca dentro il barattolo dello zucchero.

…Tuo figlio ha visto tutto, ti guarda, sorride…

 Per tua fortuna non sa ancora parlare, risistemi tutto.

Non è mai successo… Non lo saprà nessuno.

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