Figlio unico o famiglia numerosa?

IMG_09861Certe volte al parco, guardo mio figlio giocare.

Per via del mio lavoro, spesso, ci rechiamo al parco verso l’ora di

pranzo e  i bambini che troviamo sono molto pochi se non nessuno.

Poco male, ancora non e’ interessato a giocare con gli altri, e’  piccolino, ma vederlo a volte da solo in uno spazio dove dovrebbero esserci tanti bambini mi spinge a riflettere ed a interrogarmi.

E’ giusto che mio figlio resti figlio unico o dovremmo dargli un fratellino?

Ovunque andiamo, qualsiasi cosa facciamo io e mia moglie, la domanda e’ sempre la stessa, è una frase di circostanza, ma arriva puntuale come il Natale.

 Quando fate un’altro bambino?

oppure

Quando gli fate un fratellino?

Io sono il primo di tre figli, un maschio e due femmine e tra me e le mie sorelle ci sono 6 e 7 anni di differenza.Mia moglie, tutt’il contrario, l’ultima di tre figli, due maschi ed una femmina e tra lei e i suoi fratelli ci sono 6 e 8 anni.Entrambi, abbiamo vissuto i nostri fratelli solo parzialmente perche’ gli anni di differenza e i giochi diversi hanno fatto si che siamo cresciuti quasi da soli.

Il bambino, prima dei 4 anni, non sa condividere un gioco. Pertanto che sia figlio unico o no, gli cambia poco. Arrivato ai 4 anni c’è l’asilo dove incontrerà tanti bambini come lui e potrà e saprà giocare con loro e non sarà più “solo” come crediamo. Dai 4 anni in poi la strada è in discesa, andrà a scuola per lo meno fino alla maggiore età, incontrerà tante persone che lo stimoleranno, parteciperà a gite, feste di compleanno, andrà al parco e l’estate al mare.

 Ma allora perchè ci sentiamo così?

 Molto spesso, proveniamo da famiglie numerose, mia madre? terza figlia, mio padre? primo di tre figli. il padre di mio padre? erano 6 figli e così via. Stessa cosa per mia moglie.

Mi piacerebbe avere tanti figli, vorrei che la gioia che mi da Leonardo me la dessero 10 figli…

Vorrei che fossero tutti felici e che si amassero tra di loro.

Vorrei che i grandi si prendessero cura dei piccoli, li aiutassero a vestirsi e gli insegnassero quello che hanno imparato.

Vorrei arrivare sotto casa, suonare il campanello e venire sommerso da una folla di figli felici e urlanti che mi baciano e mi abbracciano felici di vedermi. “Tutti al parco…” griderei, ed ecco che tutti si infilano in macchina vivaci e felici.

Arrivare al parco, sedermi sulla panchina all’ombra insieme a mia moglie e guardarmi attorno, bambini che giocano, c’è Leonardo che sta salendo sullo scivolo, Eleonora spinge la piccola Carlotta sull’altalena, Lorenzo e Riccardo si stanno rincorrendo sul prato, Camilla e Francesca invece hanno improvvisato una piccola cucina e con sassi, erba e qualche ramo stanno preparando il pranzo alle loro bambole. Niccolò sta arrampicandosi sullo scivolo per seguire il fratello Leonardo. Michele e Chiara giocano insieme sull’altalena.

 Sarebbe tutto bellissimo ma è possibile?

 Le famiglie di oggi, purtroppo, hanno troppi problemi, alcuni legati alla società moderna, che vuole che marito e moglie lavorino entrambi, altri legati alla situazione finanziaria che riguarda tutti noi e che ci costringe a volte a fare delle rinuncie.

Mettere al mondo un figlio è semplice, dal concepimento (la parte che preferisco) fino alla nascita in sala parto dove per la prima volta i nostri occhi si incontrano, ma poi?

Quel bambino che nasce ha bisogno di tante cose, in primo luogo di una famiglia che gli stia vicino mentre cresce, e lavorando in due, di tempo con i genitori ne avrà poco, poi di tanti vestitini e pannolini, cambia taglia ogni 30 giorni e rinnovare il guardaroba continuamente alla lunga si fa sentire.

Inoltre quel bambino di 50 cm scarsi, crescerà e avrà bisogno di spazio, molto spazio(i tempi del bambino nel comò sono finiti) e le nostre case, le case di due impiegati, onesti lavoratori, non sono quasi mai troppo spaziose, come fare quindi? D’accordo, esistono i letti a castello ma quanti castelli c’entrano in una stanzetta? poi che fanno i bambini? giocano lanciandosi da un letto all’altro? la verità, la mia verità, che voi potete condividere o completamente condannare, è che purtroppo non ci sono più le condizioni per avere una famiglia numerosa.

Avere più figli, comporta necessariamente condividere quel poco che c’è, molto poetico ma in pratica  significa che quando nostro figlio davanti una vetrina ci chiede un gioco, noi siamo costretti a negarglielo perchè le nostre finanze non ce lo consentono e quei soldi ci servono per comprargli le scarpine per l’inverno che sta arrivando.

Se i figli fossero due o tre (la famiglia tipo degli anni ‘80) come ci metteremmo? saremmo costretti a ricorrere ai vecchi metodi, quei metodi che si usavano una volta, passarsi i vestiti di fratello in fratello ma ci sono due problemi: In primo luogo i vestiti di oggi non sono più fatti per durare, resistono a mala pena una stagione, figuriamoci se possono essere riutilizzati. In secondo luogo, ogni nostro figlio ha diritto di scegliere cosa gli piace e cosa no e vestire i panni del fratello non sempre lo soddisferebbe.

Poi c’è un altro discorso, un po’ spinoso da affrontare, le istituzioni non ti aiutano. Dicono fate figli ma poi quando ti presenti a chiedere aiuto ti dicono i figli sono i tuoi pensaci tu. Quanto costa mandare un figlio a scuola? quanto costano quei libri che da un anno all’altro cambiano la copertina e quattro pagine e noi genitori dobbiamo ricomprare daccapo perché il libro del fratello che ci ha studiato l’anno prima non va più bene?

Qualche anno fa, Angelina Jolie, si è trovata a partorire in Francia 2 gemelli, dopo qualche mese si è trovata nella cassetta delle lettere un assegno di sostegno alle spese per la crescita dei figli nati sul suolo Francese, assegno che lei giustamente ha rifiutato con tante grazie. In Italia come aiuto alle famiglie ti danno la possibilità di chiedere un prestito da restituire in tot anni con relativi interessi da pagare… Grazie Italia ma di debiti ne ho abbastanza di mio.

Non so voi ma io per ora non posso permettermi un altro figlio e poi, essendo da solo mio figlio ha l’amore della mamma e del papà solo per se, senza gelosie, senza privazioni, se lui vuole qualcosa, gliela compriamo (sempre restando nell’ambito della ragione) e se c’è da fare un sacrificio lo facciamo io e la madre, consapevolmente, senza privare “gli altri figli” di niente.

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Un pensiero su “Figlio unico o famiglia numerosa?

  1. Grazie papà
    purtroppo condivido le tue ansie quando mio figlio di un anno e mezzo abbondante è al parco e non c’è nessuno x giocare…tra l’altro è molto socievole.
    Ma nel mio caso alla situazione economica si aggiungono i miei 43 anni. Non mi reputo una mamma ansiosa, ma spero di non fargli mancare nulla e che la vita lo accompagni con ..poche ma buone, sincere e durature amicizie.

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